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Compagnia di Maria Associazione di Promozione Sociale No Profit

Maria Orsola Bussone






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Alcuni suoi pensieri:
In ricerca
"I giovani sono alla continua ricerca di qualcosa che li renda felici, qualcosa che riempia pienamente la vita, che sia amore, qualcosa di infinito, cioè Dio". (tema in classe, 3/12/68)

L'Essenziale
"Dio mi ha fatto capire un'unica cosa, ma molto importante: che solo Lui, Lui solo vale! E' Lui l'unica nostra salvezza, è Lui la Gioia, la Libertà che noi giovani cerchiamo". (lettera a Piero, 18/6/70)

Il Dio vicino
“Dopo aver molto cercato, si capisce, si scopre con molto stupore, ma anche con tanta gioia dove è Dio: non lontano, ma vicinissimo a noi, nel nostro prossimo, in chi ci passa accanto, nell’ammalato, nell’antipatico, infatti Gesù ci ha detto che Lui è presente in tutti (…) Dopo questa meravigliosa scoperta potremmo anche noi dire e cantare: «Anch'io ti cerco e ora so dove, dove Tu sei»”. (tema in classe, 2/10/69)

La gioia vera
“E' proprio vero che si conosce la felicità solo amando Dio. L'ho nuovamente scoperto anch'io in questi giorni, quando mi sono rimessa a fare la scelta di Dio ogni momento, quando ho ricominciato a vedere Gesù in ogni prossimo che mi passava accanto, quando ho tentato di amare le croci, le difficoltà che mi si presentavano e di offrirle per gli altri.” (dalla lettera a Maria, 10/4/69)

Nutrirsi di Lui
“Tu dici che non ti puoi confidare con nessuno, che nessuno ti capisce, ma in fondo chi ti capisce più di Dio? Nessuno. Allora prova (…) ad andare più sovente a riceverLo in modo che ti dia la forza di testimoniarLo agli altri, per superare le difficoltà”. (lettera a Maria, 5/4/70)

Il segreto
“Ho capito che la chiave della gioia è la croce, Gesù Abbandonato (...) Ero riuscita ad amare la croce e (…) sapevo che queste mie sofferenze non erano inutili; infatti le ho offerte per le Gen, per la Chiesa, per te”. (lettera a Chiara Lubich, 3/4/68)

La parrocchia: una famiglia
“A noi giovani la parrocchia serve, e molto, perché sentiamo l'esigenza di avere una famiglia in cui tutti si vogliano bene e capiscano i nostri problemi. Parlo di una famiglia spirituale dove le nostre difficoltà trovino risposta aiutandoci a vivere la Parola di Vita e ad amare Gesù Abbandonato”. (intervista, settembre '67)

Essere Chiesa
“Abbiamo coscienza di essere membra del Corpo Mistico e quindi sentiamo la responsabilità di fare bene tutta la nostra parte per progredire spiritualmente, perché se progrediamo noi si arricchisce la nostra parrocchia, la nostra diocesi e con esse la Chiesa intera”. (lettera a mons. Livio Maritano, vescovo ausiliare di Torino, 13/3/70)

Il volto gioioso della preghiera
”Grazie, grazie Signore, per “quella” vita meravigliosa che mi hai donata, per la gioia, per i dolori, per tutto solo e sempre: grazie! Per tutta l'eternità, con tutta la mia vita, con il mio comportamento vorrò gridarti una sola cosa: grazie! Grazie di tutto, anche della tristezza che a volte mi sfiora: sei Tu che mi vieni a visitare. Dio, ti voglio amare sempre!” (dal diario)

Testimoniare
“Vado pensando che Dio si vuole proprio servire di noi per portare gli altri a Sé. Al Signore ho chiesto che mi metta nel cuore un desiderio immenso di testimoniarlo”. (lettera a don Luigi Baccega 10/2/70)

La preghiera: il respiro dell’anima
“E' da un po’ di tempo che parlo più spesso con Dio, ed è una cosa meravigliosa sfogarti con Lui, perché te lo senti lì vicino, e se tu fai un minimo sforzo, sicuramente dopo, ti dà il centuplo nel semplificarti e nel risolverti le situazioni”. (lettera a Chiara Rossi, estate '68)

Il modello
”Ho trovato una persona come modello: Maria che consumò la sua vita per Dio. Anch'io vorrei come lei essere: paziente, perseverante, povera, distaccata da ogni cosa, anche dalle ricchezze spirituali; silenziosa, pura, mansueta; e soprattutto essere impaziente di testimoniarLo e di portarLo agli altri.” (lettera a don Luigi Baccega, 10/2/70)

Realizzare il progetto
“A Maria ho affidato me, lei, don (Vincenzo), la mia famiglia, tutte noi, la parrocchia, la Chiesa, il mondo intero ed in particolare i giovani del complesso. Per me ho domandato a Maria una cosa: che mi aiutasse a rappresentare (come aveva detto lei) l'innocenza, la purezza, che mi guidasse affinché non rovinassi i piani di Dio su di me e sugli altri”. (lettera a don Luigi Tarquini, 20/6/70)



PROFILO BIOGRAFICO E SPIRITUALE MARIA ORSOLA BUSSONE
Il 2 ottobre del 1954 alle ore 22:30 viene alla luce, nella casa della nonna materna, Maria Orsola che i due sposi accolgono con gioia, primo frutto del loro matrimonio. La piccola viene battezzata il 10 ottobre dal parroco don Giuseppe Michelotti. Il nucleo familiare si allarga il 7 maggio 1957 per la nascita del fratello Giorgio con il quale condividerà un profondo legame d’anima.
Il focolare domestico è sorretto da una serena vita cristiana dove, accanto alla pratica religiosa, l’amore, l’onestà, la sincerità e il lavoro caratterizzano il menage familiare. É questa la prima scuola di vita cristiana per Maria Orsola.
Maria Orsola frequenta l’ultimo anno dell'asilo presso la scuola materna di Monasterolo gestita dalle Suore del Cottolengo. Il 1° ottobre 1960 inizia le scuole elementari a Vallo e le termina il 21 giugno 1965. In questo periodo riceve la Prima Comunione nella sua parrocchia il 23 aprile 1961 e la Cresima l'11 luglio 1965. Fin da bambina è iscritta all'Azione Cattolica e nell'Associazione Giovanile "Santa Maria Goretti" della parrocchia di San Secondo in Vallo.
Di carattere vivace e spontaneo, frequenta volentieri l'oratorio. Gioca con entusiasmo con tutti. Durante il periodo estivo partecipa al campo-scuola organizzato dalla parrocchia, aiutando i bambini più piccoli di lei.
Durante l'anno con gli altri bambini e ragazzi prepara delle recite: i "teatrini". Vi partecipa con particolare entusiasmo e gioia. Generosa verso tutti: vince la sua riservatezza con una spiccata apertura al prossimo.
Dall’autunno 1965 all’estate 1968 frequenta le scuole medie presso l'Istituto "Federico Albert" di Lanzo delle Suore Vincenzine di Maria Immacolata1. In questo periodo due momenti particolari caratterizzano il suo giovane cammino spirituale.
Il primo è il ritiro di tre giorni, nel 1966, predicato dal suo parroco don Vincenzo Chiarle presso l'Istituto delle Suore Vincenzine di Maria Immacolata in Lanzo, sul tema "La gloria di Dio". Maria Orsola è profondamente affascinata da questo messaggio che per lei, pre-adolescente, diventa un costante motivo di vita: “tutto per dare Gloria a Dio”.
L’altro momento è la sua partecipazione, nel 1967, al primo congresso del Movimento Parrocchiale2 a Rocca di Papa (Roma).
L'impatto con la spiritualità dell’unità del Movimento dei Focolari, suscita in parrocchia un cammino di rinnovamento personale e comunitario. La parrocchia si apre ad un più concreto ed intenso impegno di apostolato nei contatti con altre comunità parrocchiali, con gruppi giovanili, attraverso incontri con sacerdoti, seminari, comunità religiose e diocesane. Maria Orsola s’impegna in prima persona in ogni tipo di animazione.
Con la famiglia fa propria la spiritualità del carisma dell'unità, condividendo il cammino di vita evangelica intrapreso insieme a tutta la comunità parrocchiale: tutta la sua vita di ragazza e di giovane impegnata in parrocchia è permeata dalla grazia di questo carisma, che ha rivoluzionato la sua esistenza.
Maria Orsola è un tipo dinamico, intraprendente, attivo e per questo, senza seguire corsi particolari, grazie alla sua forza di volontà, impara vari sport. Le piace sciare, nuotare, andare sui pattini a rotelle e in bicicletta, cantare e suonare la chitarra.
Per questo nel 1968 inizia a Torino una scuola di chitarra e di canto. Con gli amici del suo gruppo fa parte di un complesso musicale di giovani della parrocchia, diretto dalviceparroco don Gigi Tarquini, per testimoniare e portare nel mondo giovanile e parrocchiale la gioia di vivere insieme il Vangelo e la bellezza di essere comunità cristiana.
Nell’ottobre del 1968 inizia il Liceo Scientifico Statale "Galileo Ferraris" di Ciriè, cittadina che dista circa 10 Km da Vallo e che Maria Orsola ogni giorno raggiunge con il pullman degli studenti.
In prima superiore per un concorso nazionale sul tema: «La Comunità Europea» vince un viaggio a Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo di cui conserviamo alcune foto ed un espressivo diario personale.
La famiglia e la parrocchia sono il primo contenitore che consegnano alla Serva di Dio Maria Orsola Bussone i tratti della spiritualità popolare.
La famiglia offre una convinta e profonda educazione cristiana, unita alla pratica religiosa. La Santa Messa domenicale, il Rosario, la benedizione Eucaristica, le novene, le processioni, l'amore alla parrocchia sono parte integrante del ménage familiare degli anni pre- conciliari. Maria Orsola liceale, nei biglietti augurali ai genitori, ringrazierà per l’esempio familiare di vita cristiana.
Nel biglietto augurale per la festa della mamma del 1970 scrive:
“Ti voglio ringraziare... soprattutto per la vita spirituale che mi hai donata, cioè l’amore che mi hai sempre insegnato e dimostrato verso Dio. Quel Dio che è Padre, che ci vuol bene, che ci ama nonostante i nostri difetti... Quel Dio che mi hai insegnato ad amare, facendo la Sua volontà, amando come Lui ha amato il mio prossimo.”
Al papà per la sua festa, sempre del 1970, scrive:
“Ti ringrazio perché... mi hai dato un’educazione, un’istruzione e soprattutto mi hai fatto conoscere Cristo e mi aiuti a vivere da cristiana... Oggi pregherò San Giuseppe perché ti aiuti ad essere come lui, pronto a essere fedele a Dio e fare sempre la Sua volontà. E pregherò Gesù e Maria affinché aiutino la nostra famiglia a essere un po’ come la loro famiglia di Nazareth, dove solo l’Amore regnava”.
I quaderni di catechismo annotano alcune preghiere spontanee. Ne riportiamo due. La prima è dedicata a Gesù:
"Ti ringrazio Gesù perché ti sei fatto uomo e ti sei sacrificato e morto sulla croce per salvare noi e aprirci le porte del Paradiso.
Fa che io sia sempre buona e non abbia più da farti soffrire per i miei peccati e possa un giorno godere della tua gloria".
La seconda preghiera è rivolta alla Madonna:
"Madonnina cara, sono contenta che tu sia la Madre di Gesù e ringrazio Iddio perché ti ha prescelta come mamma del Suo Figlio".
Non solo preghiere, ma impegni a vivere bene il mese di maggio dedicato a Maria per cui "Cerco di fare dei piccoli sacrifici e fioretti, aiutando la mamma o mortificando dei brutti vizi, quasi tutte le sere vado a benedizione e recito il rosario."3.
Il cammino di fede della Serva di Dio è profondamente legato al cammino spirituale della parrocchia e da esso non può essere disgiunto. Don Vincenzo Chiarle, coadiutore del parroco di Vallo don Giuseppe Michelotti e poi suo successore dall’8 dicembre 1967, sente forte il bisogno di trovare vie che rivitalizzino la parrocchia in tutte le sue espressioni.
Le esperienze personali con il Movimento dei Focolari lo convincono della bontà e della capacità di questa Spiritualità per essere linfa vitale per il rinnovamento della parrocchia alla luce del Concilio Vaticano II.
Dal 3 al 5 giugno 1967 partecipa con tutta la sua famiglia e 44 persone di Vallo e Varisella al primo Congresso del nascente Movimento Parrocchiale. Tra i partecipanti c'è anche Maria Orsola. Sono giorni di luce e di gioia tanto intensa, che danno un risvolto imprevedibile per cui ogni aspetto della vita cristiana, acquista luce nuova. La chiave di tutto è la comprensione di Dio Amore con la complicità di Gesù in mezzo che crea Unità e fa nuove tutte le cose. Un momento di grazia e di chiamata per tutti a vivere il carisma dell'unità. Rientrando da questa esperienza, la visita alla cittadella di Loppiano4 (Firenze), convince che questa vita è possibile e crea in tutti il fascino delle prime comunità cristiane.
Maria Orsola è terreno fertile per accogliere questo carisma: la spiritualità del Movimento si sposa bene con le attese della sua anima.
L'accoglienza del Carisma che pone al centro la scelta totale di Dio Amore, è sicuramente personale.
Questo cammino spirituale si percorre però in modo comunitario, cioè nell'esperienza concreta di chiesa che vive nel tempo in un luogo ben preciso, la parrocchia di Vallo. Di questa dimensione Maria Orsola è pienamente convinta.
Intervistata sulla comunità parrocchiale afferma: “A noi giovani serve, e molto, perché sentiamo l’esigenza di avere una famiglia in cui tutti si vogliono bene e capiscano i nostri problemi. Non parlo della famiglia naturale, chiaro: parlo di una famiglia spirituale dove le nostre difficoltà trovino risposta, aiutandoci a vicenda a vivere la Parola di Vita e ad amare Gesù Abbandonato”.
In questa realtà, in parrocchia, nascono diversi gruppi tra cui il gruppo delle ragazze con lo scopo di aiutarsi a vivere il Vangelo per crescere in quell’amore reciproco che genera “Gesù in mezzo”, come presenza essenziale per l'unità, mettendo Dio al primo posto per discernere la Sua Volontà.
Anche la vita sacramentale e la preghiera della Serva di Dio si intensificano. Il suo diario lo testimonia: “Messa e comunione giornaliere, confessione settimanale, preghiera mattino e sera, meditazione, rosario, Parola di Vita (attimo presente)”.
Nell'aprile del 1968 partecipa al 1° congresso europeo del Movimento Gen5 (diramazione giovanile del Movimento dei Focolari) a Rocca di Papa. Il messaggio di Chiara (Silvia) Lubich la tocca profondamente. Sente il bisogno di ringraziarla e di consegnarle il suo programma di vita: "Ho capito che la chiave della gioia è la croce, è Gesù Abbandonato. Sai Chiara, voglio amare, amare, amare sempre, per prima, senza aspettarmi nulla, voglio lasciarmi adoperare da Dio come vuole Lui e voglio fare tutta la mia parte perché quella è l'unica cosa che vale nella vita e perché tutti i giovani conoscano che cos'è la vera felicità e amino Dio"6.
Nella Serva di Dio la scelta di Gesù Abbandonato segna la seconda tappa della sua ascesi, confermata dal suo epistolario.
"Sai che cosa devi fare, cosa dobbiamo fare insieme? Fare la scelta di Dio, di un Dio non glorioso, ma crocifisso"7.
"Gesù sono pronta a soffrire e a offrire per la Chiesa, per il Papa, per il Vescovo, per la parrocchia, per M., per G.8".
Gesù Abbandonato (termine che indica il Crocifisso nella sua estrema prova e sofferenza nel sentire l'abbandono del Padre, quindi la solitudine abissale del suo gesto redentivo) le dona uno sguardo di Universalità che come boomerang ritorna nel suo cuore e lo apre al desiderio ricorrente e costante di TestimoniarLo e di PortarLo agli altri, specialmente ai giovani, a qualsiasi prezzo.
Significativa la sua sintesi sulla missione del cristiano che è "dare Dio agli altri".
Dare Dio agli altri personalmente, con l’esempio, con la parola e anche con lo scambio epistolare; dare Dio agli altri insieme attraverso le varie attività parrocchiali, in modo particolare con il complesso musicale che anima la Santa Messa, gli incontri giovanili di zona, le giornate di spiritualità. Lei stessa comunica all’amica Maria l’orientamento del complesso musicale di cui fa parte: “Noi con il complesso continuiamo a gironzolare ad andare in qualche posto per portare, per donare agli altri quel Dio Amore che abbiamo scoperto e cerchiamo di vivere”9.
Il 21 luglio 1969 focalizza sul diario il suo programma di vita individuato in tre impegni portanti: “Vedere Gesù negli altri - Dare Dio agli altri - Fare la volontà di Dio.”
Intanto nella sua ascesi fanno da pedana di lancio motivazioni di profonda fede attinte dalla spiritualità e dal carisma del Movimento dei Focolari e che lei fa sue con accenti e sfumature personali in particolare con la comunità parrocchiale.
Insieme al fratello Giorgio e ad una quarantina di bambini, ragazzi e giovani delle parrocchie di Vallo e Varisella parte con don Vincenzo Chiarle per animare il campo-scuola presso la casa di don Marino Gambaletta in Ca' Savio, comune di Venezia.
Venerdì sera 10 luglio 1970 rientra dalla spiaggia, dove aveva animato con chitarra e canti l'incontro sulla Parola di vita, fatto a conclusione della giornata. Dopo la doccia mentre si asciuga i capelli per prepararsi alla Santa Messa, una scarica elettrica del phon la fulmina.
Sono circa le ore 20 quando, sua cugina Marisa entra in quel momento in camera e la trova distesa a terra.
A nulla servono la respirazione artificiale ed il massaggio cardiaco. Maria Orsola, a soli 15 anni e 9 mesi, parte per il cielo.
Lunedì 13 luglio 1970 oltre 2000 persone, rappresentanti una cinquantina di comunità parrocchiali, sono presenti alla concelebrazione di una trentina di sacerdoti: più che un funerale è una festa! Il paesino di Vallo sembra trasformato in un santuario; tutto è raccolto. Il dolore di tutti è soffuso di tanta pace, di tanta serenità. Molti sentono il richiamo di Dio ad andare all'essenziale nella vita. Alcuni hanno detto: «Si è gustato il Paradiso, abbiamo capito cos'è il Paradiso».